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Ivo Angelini.


Ivo Angelini ( al centro ) - 4/3/1971

     Il terzo Presidente della FIMF, Ivo Angelini, non solo era figlio di ferroviere, come i suoi due predecessori, ma anche nipote. Scontata quindi la sua scelta della facoltà universitaria presso il Politecnico di Milano che lo vide laurearsi nel 1940 in ingegneria civile, specializzazione trasporti, discutendo con l’illustre Prof. Taiani  una tesi dal Titolo: “Piano di riordino degli impianti delle Ferrovie".
Nemmeno la divisa militare e le stellette da sottotenente lo allontanarono dalle rotaie; inquadrato nel Genio Ferrovieri fin dall’inizio della guerra, dopo un primo periodo destinato all’istruzione tecnica del personale del movimento, venne trasferito nell’aprile del 1941 prima in Jugoslavia e poi in Africa Settentrionale per curare l’esercizio di importanti linee ferroviarie.

         Dopo l’8 settembre lo vediamo impegnato in un  ricostruito reparto del Genio Ferrovieri attivo a Livorno, Pisa, Bologna e Verona per la ricostruzione delle ferrovie distrutte dagli eventi bellici.

            Tornata finalmente la pace, il 18 settembre 1945 inizia la sua carriera nelle Ferrovie Nord Milano prima come Ispettore  del 1° Reparto Movimento e poi distaccato al Reparto “Orari e Treni”, quindi “Istruzione del personale” e “Personale viaggiante”. Abbandonate il 1° ottobre del 1949 le Ferrovie Nord Milano, passa all’Azienda Trasporti Milanesi, in qualità di Capo Servizio Movimento Interurbano per approdare poi al Reparto Impianti dove, a partire dal 1956, comincia ad occuparsi delle Linee Celeri dell’Adda dalla loro iniziale progettazione fino al completamento dei lavori che lo tennero intensamente occupato per diversi anni.

            Non meno importanti i suoi incarichi sia in ambito universitario come Assistente dal 1950 alla cattedra di Trasporti del Politecnico di Milano, che in ambito CIFI dove dal 1948 in poi ricoprì la carica di Delegato per la Lombardia fino alla sua nomina come Preside della sezione di Milano.

            La sua profonda conoscenza del mondo delle ferrovie lo portarono nel 1954 a scrivere anche un apprezzato libretto del titolo “Tutti i segreti dei treni” per spiegare ai ragazzi l’affascinante mondo delle ferrovie in termini semplici e facilmente comprensibili. A questo seguì nel 1975, in occasione del 150°anniversario della prima ferrovia nel mondo, un secondo volumetto dal titolo “Treni e ferrovie. Ieri-oggi-domani” nella cui prefazione l’ing. Lucio Mayer, allora Direttore Generale FS, così parlava dell’autore: “… solo chi abbia vissuto intensamente tutta una vita nell’ambito di un sistema ferroviario può essere in grado di conoscerne tutti i particolari. Solo poi, chi possegga anche particolari doti di chiarezza espositiva può riuscire a rendere facilmente comprensibili a dei profani l’essenza dei nostri problemi”.

            Appassionato fin da ragazzo ai treni Bing in scartamento zero e locomotive a  molla, si dedicò assiduamente al fermodellismo iniziando la costruzione di un grande plastico di circa 35 mq. nel piano mansarda  di una sua casa in Val Seriana a cui dedicava il purtroppo scarso tempo libero. Nel 1950 era stato tra i fondatori dell’Associazione Fermodellistica Lombarda di cui divenne anche Presidente Onorario. Ed è proprio in questa  veste che il nostro Angelini si affaccia sullo scenario FIMF, di cui era socio fin dalla sua fondazione. Siamo nel giugno del 1967 quando l’Associazione Lombarda organizza a Milano il XVI° Congresso Nazionale FIMF  ospitato nei prestigiosi locali del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica  messi gentilmente a disposizione da un certo Avv. Francesco Ogliari di cui sentiremo molto parlare in seguito.

Chiamato a ricoprire la carica di Presidente dell’Assemblea, riuscì a gestire in maniera encomiabile i difficili lavori iniziati con le irrevocabili dimissioni del Presidente Gino Bechi che, nel suo saluto di commiato, caldeggiava la figura dell’ing. Angelini come suo successore mettendo in evidenza quanto, oltre alle sue indiscutibili doti, fosse anche persona molto gradita  alle FS.

Ma fu la geniale intuizione della mitica Signorina Dada Bruneri che sicuramente i meno giovani ricorderanno per essere stata la Presidentessa Onoraria del CFB e promotrice per la realizzazione del Monumento alla Locomotiva (primo in Italia) a fugare i vari tentennamenti proponendo la sua nomina per acclamazione. Il conseguente fragoroso applauso mise fine alle discussioni con l’accettazione dell’ing. Angelini che ringraziava della grande fiducia ma poneva come tassativa condizione la fattiva collaborazione di tutto il Consiglio e di tutta la FIMF che contava allora circa 300 soci.

Così fin dalla prima riunione del C. di A. provò a fare una accurata ridistribuzione dei compiti tra i vari Consiglieri in modo da utilizzare al meglio il poco tempo disponibile. Subito dopo predispose una sintetica scaletta dei principali problemi da affrontare  con in primo luogo la necessaria revisione dello Statuto per la quale costituì una apposita commissione con il compito di studiare e predisporre le opportune variazioni. Dopo alcuni mesi, già il 14 gennaio del 1968 fu convocata a Milano presso il Museo della Scienza e della Tecnica una Assemblea straordinaria nel corso della quale i 250 soci presenti (o rappresentati) su un totale di circa 300, si ritrovarono a discutere quanto proposto. La discussione più lunga riguardò un tema ancora attuale e non risolto e cioè l’obbligo o meno del versamento della quota FIMF da parte di tutti i soci iscritti ai vari Gruppi. Sul verbale di quell’Assemblea si legge che “chiesto un parere per alzata di mano, sono tutti favorevoli, meno uno”.

Oltre alla revisione dello Statuto, diverse altre iniziative frullavano nella mente del Presidente Angelini; tra queste mi piace ricordare:

  • La preparazione di un elenco soci da distribuire a tutti per facilitare gli scambi interpersonali.
  • La realizzazione di un elenco dei più importanti plastici esistenti in Italia.
  • La realizzazione da parte della FIMF di un calendario illustrato.

Purtroppo anche allora le belle proposte trovavano innumerevoli ostacoli alla loro realizzazione, in primis la mancanza di “persone, oltreché volenterose, anche dotate di necessario tempo disponibile”.

Rimandando così a tempi migliori la realizzazione di queste belle proposte, il nostro Presidente continuò ad occuparsi soprattutto di due aspetti per lui molto importanti: un sempre più stretto legame con la dirigenza FS ed una sempre più attiva opera di proselitismo con la continua ricerca di riallacciare i rapporti interrotti con alcuni vecchi Gruppi e l’incoraggiamento ai nuovi Gruppi in gestazione. Risale a quegli anni infatti il recupero dei Gruppi di Cagliari, Novara, Messina e Udine da tempo staccatisi dalla FIMF e la nascita del Gruppo di Trieste, del Gruppo Tirreno e del Gruppo di Alba che si candidò subito come organizzatore del prossimo Congresso nel giugno 1968.

Il Congresso di Alba però segnò un vero e proprio disastro per la FIMF. Eventi imprevisti e spiacevoli portarono alle irrevocabili dimissioni prima del segretario, offeso per taluni apprezzamenti rivolti alla sua relazione finanziaria, in realtà ridotta a poco più del semplice “conto della serva”, seguite a ruota da quelle del Presidente, del Vice Presidente e di alcuni Consiglieri. Ancora una volta la FIMF si ritrovava improvvisamente priva degli organi di governo e fu solamente grazie al paziente lavoro di Giuseppe Ballarin se riuscì faticosamente a ripartire e, attraverso Assemblee straordinarie e ripetute riunioni del Consiglio di Amministrazione, arrivare fino alla Assemblea straordinaria del 21 settembre 1969 quando finalmente venne eletto a Milano il nuovo Presidente, l’Avv. Prof. Francesco Ogliari. Con la nuova gestione, l’ing. Angelini legato a Ogliari da vecchi e profondi vincoli di sincera amicizia, si riappacificò con la FIMF entrando prima nel comitato di redazione del Bollettino e sostituendo poi per un lungo periodo il Presidente Ogliari indisponibile a causa di una  complessa operazione chirurgica e della lunga conseguente convalescenza.

Finalmente con lo scadere del 1972 arrivò per il nostro Angelini il momento della pensione o meglio, come scherzosamente amava ripetere lui, il momento di ridurre lo scartamento dai 1435 mm. ai 45, 32, 22, 16,5, 12 e 9 mm. passando cioè dalle ferrovie “grandi” a quelle “piccole”.        Da allora e per molti anni ancora occupò gran parte del suo tempo oramai libero, per impegni fermodellistici, affiancando efficacemente in maniera idonea e convinta l’amico Francesco nel far crescere la FIMF di cui, nel frattempo, era divenuto Presidente Onorario. Molti suoi suggerimenti vennero presi in seno al Consiglio di Amministrazione al quale partecipava con regolarità e molti suoi scritti continuarono a comparire sulle pagine del Bollettino fino al luglio del 1989 quando, all’età di  soli 74 anni, intraprese il suo ultimo viaggio senza ritorno tra la costernazione generale.

                                               Alessandro Dal Pino – This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

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