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Gino Bechi.

   

 

 

Degno successore di Italo Briano alla guida della FIMF fu il celebre baritono Gino Bechi, eletto Presidente il 3 novembre del 1957 al V° Congresso di Firenze.

Gino Bechi era nato a Firenze il 16/10/1913 da padre ferroviere che probabilmente gli trasmise fin da piccolo la passione per il treno e le ferrovie. Dotato di una grande voce, di un grande temperamento e di una grande capacità di comunicazione, intraprese ben presto una brillante carriera nel mondo del melodramma che lo portò ad esibirsi con grande meritato successo oltre che in Italia, anche nei principali teatri di Portogallo, Australia e Cina. Nonostante questi importanti impegni che lo tenevano  per molto tempo lontano dalla sua Firenze, non trascurò assolutamente la sua straordinaria passione per il modellismo ferroviario. 

Moltissime furono in tal senso le iniziative promosse e portate avanti, spesso in prima persona, dal nuovo vulcanico Presidente a cominciare dalla sua partecipazione come concorrente nel 1958 alla famosa trasmissione a quiz “Lascia o raddoppia” che ogni giovedì sera bloccava davanti ai televisori, dislocati persino nelle sale cinematografiche, milioni e milioni di telespettatori. Sulla scia di questo indiscutibile successo fu affidato ancora a Bechi  nel 1962 un corso di fermodellismo trasmesso dalla TV dei ragazzi dove venivano impartiti utili insegnamenti per la realizzazione di plastici ferroviari.

Altro importante evento fu l’organizzazione in Italia dell’VIII°  Congresso MOROP con la massiccia collaborazione delle stesse FS che misero a disposizione addirittura il Settebello per il trasferimento dei congressisti da Milano a Como.

Non dimentichiamo poi il grande merito di aver dato vita il 1° marzo del 1961 al Bollettino FIMF come organo ufficiale della Federazione che fino ad allora era costretta a far sentire la sua voce solamente tramite comunicati e cronache gentilmente ospitate dalla rivista Italmodel.

E che dire poi della fortunata tournè del plastico di Wuppertal che, installato su due carrozze ferroviarie girò nell’estate del 1962 in lungo e largo tutta la penisola facendo sosta in 20 importanti città per la gioia di grandi e piccini che si sobbarcavano lunghe code pur di poterlo visitare. Peccato che la successiva idea di fare qualcosa di simile anche in Italia non riuscì ad andare oltre le iniziali buone intenzioni anche se bisogna riconoscere la grande considerazione che era riuscito a conquistare in ambito FS con l’inserimento di un membro della FIMF nel Gruppo di lavoro per la realizzazione di questa bella iniziativa.

La considerazione e l’apprezzamento della Direzione FS nei confronti della FIMF culminò con il conferimento al Presidente Bechi del prestigioso titolo di Maestro di Fermodellismo istituito appositamente dalle FS per onorare i Soci più meritevoli e capaci. Da allora questo titolo continua ad essere conferito ogni anno a quel Socio che abbia dimostrato particolare perizia nella autocostruzione di modelli ferroviari.

Durante i dieci anni della sua Presidenza definiti dallo stesso Briano come “il periodo aureo della FIMF “si tennero importanti Congressi molto ben organizzati dai diversi Gruppi che si erano affiliati nel frattempo e dislocati nelle principali città d’Italia,  da Ancona a Bologna, da Udine a Benevento e persino fino a Palermo da molti ritenuto troppo lontano e che invece riscosse un ottimo successo con notevoli presenze.

La notorietà del personaggio pubblico faceva indubbiamente notizia e richiamava sempre l’intervento degli organi di informazione che divulgavano ampie notizie in merito. Anche la dirigenza FS   era favorevolmente attratta da queste manifestazioni cui non disdegnava di partecipare e di fornire concreti contributi con la concessione di treni speciali, assolutamente gratuiti, per trasferire i tanti partecipanti ai vari impianti da visitare.

Purtroppo però i sempre maggiori impegni professionali che non gli consentivano più di dedicare alla FIMF tutto il tempo che avrebbe voluto e del quale la FIMF aveva assolutamente bisogno (almeno quattro o cinque ore giornaliere secondo lui) cominciarono a fargli venire in mente l’idea di un suo abbandono. In più occasioni provò a rassegnare le sue dimissioni sempre prontamente respinte dal Consiglio Direttivo che cercava di affiancargli valide persone che potessero aiutarlo nello svolgimento del suo compito, come Giuseppe Ballarin o Alessandro Veronese che per diverso tempo lo sostituì  durante una sua lunga assenza dall’Italia. Nonostante tutto però ogni anno riusciva sempre  a presenziare al Congresso che considerava come l’avvenimento fondamentale per la Federazione e dove era sempre lieto di incontrare tanti vecchi amici.

La forzata  assenza al Congresso di Padova del 1966  lo indusse infine alla irrevocabile decisione di lasciare e così scrisse una accorata lettera aperta a tutti i Soci (pubblicata sul Bollettino n. 34) in cui, dopo aver spiegato la sua situazione oramai insostenibile, chiedeva “di anticipare la data di cessazione del mio mandato presidenziale” per fare in modo che alla guida della FIMF  “vada qualcuno che meglio di me saprà sicuramente fare”.  Naturalmente un così nobile appello non poteva essere disatteso e quindi fu deciso di anticipare di un anno il rinnovo delle cariche sociali con le nuove elezioni indette per l’imminente Congresso già previsto a Milano nella splendida sede del Museo della Scienza e della Tecnica. Qui il 28 giugno 1967 il padrone di casa, un certo Prof. Francesco Ogliari, di cui sentiremo parlare molto in seguito, aprì il XVI° Congresso Nazionale annunciando agli oltre cento congressisti che affollavano la Sala del Cenacolo le dimissioni irrevocabili del Presidente Bechi e di tutto il Consiglio Direttivo. Ne seguì una ampia ed animata discussione che si concluse con l’elezione  per acclamazione dell’ing. Ivo Angelini, Preside della sezione CIFI di Milano ma anche Presidente onorario della Associazione Fermodellistica Lombarda. Un lungo applauso, proposto dallo stesso Bechi, salutò il neo eletto Presidente che accettò di buon grado l’impegnativo incarico confidando nell’aiuto che sicuramente gli avrebbero dato  i Consiglieri appena eletti.

Termina così il decennale impegno del Presidente Bechi che continuerà però per molti anni ancora a mantenere la carica di Direttore del Bollettino FIMF da lui voluto e fondato. Ma anche da semplice socio continuerà a seguire le vicissitudini della Federazione che tanto aveva amato e talvolta continuava ancora a farsi sentire intervenendo sulle pagine del Bollettino che continuava a seguirlo anche durante le sue tournè in Paesi lontani come quando visitando la Grande Muraglia cinese non esitò a scendere dall’auto che si era dovuta fermare davanti alle sbarre abbassare di uno sperduto passaggio a livello. Tra lo stupore degli accompagnatori cinesi il nostro Gino corse verso la ferrovia giusto in tempo per fotografare uno spettacolare incrocio tra due convogli cinesi. Un vero colpo di fortuna come ebbe a dichiarare lo stesso Bechi nella lettera con cui inviò quelle foto al Bollettino FIMF “che potrebbe trovare interessante qualche fotografia un poco diversa da quelle scattate in Italia e in Europa”. (Bollettino n. 122 del novembre 1981).

Gino Bechi, il re dei baritoni che sognava i treni, lasciò per l’ultima volta Firenze il 2 febbraio 1992 per il suo ultimo viaggio senza ritorno.

Alessandro Dal Pino – già Consigliere FIMF.

Le notizie sopra riportate sono in gran parte desunte da vecchi numeri delle riviste Italmodel,  HO Rivarossi e Bollettino FIMF.                   

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